L’OCSE, l’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico, ha pubblicato il nuovo rapporto “Pensions at a Glance 2023”, nel quale esamina le sfide per le pensioni derivanti dall’elevata inflazione e passa in rassegna le misure introdotte nei paesi OCSE tra settembre 2021 e settembre 2023.
Per quanto riguarda l’Italia, i giovani che oggi fanno il loro ingresso nel mondo del lavoro non potranno arrivare alla pensione prima dei 71 anni d’età, secondo le previsioni legate all’aspettativa di vita.
Attualmente, in Italia, l’età per poter andare in pensione per vecchiaia è di 67 anni con minimo 20 di contribuzione e un importo almeno 1,5 volte il minimo.
La spesa previdenziale resta troppo elevata, nonostante l’aliquota contributiva pari al 33 per cento (la più alta), di cui circa un terzo è a carico del dipendente e due terzi dal datore di lavoro, la quale se da una parte garantisce importi più elevati dall’altra rischia di danneggiare la competitività dell’economia e di sfavorire l’occupazione.
Quello che sembra essere certo è la necessità di una riforma delle pensioni, ma che non avverrà nel 2024. Ma ci sono delle novità.
La prima prevede l’uscita dal lavoro sempre con 62 anni d’età e 41 di contributi ma con vincoli più stringenti: per chi matura i requisiti nel corso del 2024 l’importo del trattamento verrà determinato secondo le regole di calcolo del sistema contributivo. Il valore lordo mensile dell’assegno, inoltre, non potrà essere superiore a quattro volte il minimo indicato dall’INPS.
Novità anche per Opzione Donna: aumenta il requisito anagrafico, che passa da 60 a 61 anni d’età, mentre resta fermo il requisito di 35 anni di contribuzione, ridotto di un anno per ogni figlio nel limite di due anni. Il requisito anagrafico aumenta anche per l’anticipo pensionistico, passando a 63,5 anni d’età.
Tra le altre novità anche l’eliminazione del vincolo nel sistema contributivo che prevede si possa uscire una volta raggiunta l’età prevista solo nel caso in cui sia stato raggiunto un importo pensionistico pari a 1,5 volte quello della pensione sociale.
Oltre a questo, viene modificato anche il requisito per la pensione anticipata con il contributivo: Il trattamento maturato dovrà essere superiore a 3 volte quello dell’assegno sociale e non più 2,8 come è stato finora, coni riduzioni per donne con figli.
Fonte: Redazione ALDEPI
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