

Con la sentenza n. 13578 del 21 maggio 2025, la Corte di Cassazione ha riconosciuto il diritto alla NASpI anche a un lavoratore detenuto, che ha perso il lavoro a causa di un trasferimento in altra struttura penitenziaria.
L’INPS aveva presentato ricorso, sostenendo che il diritto alla disoccupazione non fosse applicabile al caso in questione. Tuttavia, la Corte ha respinto il ricorso, affermando un principio importante:
La perdita del lavoro all’interno del carcere, causata da un trasferimento deciso dall’amministrazione penitenziaria, non è imputabile alla volontà del detenuto e quindi non può escludere il diritto alla NASpI.
Perché è importante questa decisione?
La NASpI (Nuova Assicurazione Sociale per l’Impiego) è destinata ai lavoratori che perdono involontariamente il lavoro. La Cassazione ha chiarito che anche chi lavora durante la detenzione, se impossibilitato a proseguire per cause non dipendenti dalla propria volontà, ha diritto alla tutela prevista dalla legge.
🔹 Non è rilevante che il lavoro fosse svolto in carcere.
🔹 La cessazione non è volontaria se imposta dal trasferimento.
🔹 La NASpI può quindi essere riconosciuta in questi casi.
Una pronuncia che rafforza il principio di pari dignità e tutela del lavoro, anche in ambito penitenziario.
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📌 Fonte: Redazione TUTELA PREVIDENZIALE
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